25 ottobre 2006

L'inquinamento derivante dall'agricoltura

Il territorio di San Severo è fra i maggiori produttori di vino d'Italia.
Ha anche notevoli superficie a oliveti. Che fine fanno i sarmenti e gli scarti della pota delle olive?
E tutto gli altri scarti agricoli? In gran parte vengono bruciati dagli agricoltori. Questa operazione "naturale" produce un certo inquinamento evitabile in quanto vi è una legge fisica che dice che maggiore è la temperatura di conbustione e minore ossido di carbonio si forma. In pratica: se gli scarti agricoli vengono bruciati sul terreno si forma più NO rispetto a quanto se ne formerebbe se fossero bruciati in un forno.

Con la biomassa da scarti agricoli secchi possiamo fare pellets e, secondo la quantità che riusciamo a raccogliere, potremmo conferirne una parte a centrali elettriche alimentate a biomassa (già esistenti anche vicino al nostro sito).
Chi si vuole dare da fare per organizzarci si faccia avanti nei commenti a questo post.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono un agricoltore e direi che questa è un'idea che mi salta sempre in mente quanto brucio i sarmenti (quanto calore sprecato). Se ci organizziamo è buonissimo. Però senza mettere in mezzo i politici o Uffici vari perchè vengo da cattivissime esperienze con politici e co. (un vero e proprio fallimento, di una azienda che prima di immischiarsi con i politici andava bene).

Anonimo ha detto...

Vorrei solo ricordare che l'obbiettivo primario del protocollo di Kioto è diminuire innanzitutto l'emissione di anidride carbonica. Lo specifico perchè spesso viene sottovalutato: per dire che qualcosa non è inquinante si dice (come il metano o anche noi, quando respiriamo) che dà solo vapore acqueo ed anidride carbonica. Certo l'anidride carbonica non sarà inquinante ma ha i suoi begli effetti sul riscaldamento terrestre.