15 dicembre 2006

Quale futuro per San Severo?

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ho saputo che alcuni intellettuali di San Severo hanno formato un circolo “Liberal”. Non so se risponde al vero che l’iniziativa è finalizzata a presentarsi come candidati alle prossime elezioni.
Anni fa partecipai ad una esperienza simile: avevamo formato un circolo dal nome UPAD (Unione per l’Alternativa Democratica) e alla fine non ci presentammo neanche alle successive elezioni amministrative. Perché? È presto detto: a San Severo la stragrande maggioranza degli elettori è per il “partito preso”. Fedeli nei secoli, trattando la politica come i tifosi trattano le loro squadre (ma non è solo San Severo). In questa situazione chi si vuole presentare senza l’appoggio attivo dei partiti non ha molte chance. Nei partiti convergono professionisti della politica che con un occhio tengono a bada il nemico e con l’altro quelli del proprio partito per non farsi fregare l’elettorato. Un mio amico medico che anni fa si presentò come indipendente in un partito riportando un buon successo personale, successivamente aveva cercato di introdurre nel partito amici per avere più voce: fu bloccato persino l’ingresso degli amici. Se da queste esperienze prima ne traevo l’insegnamento di stare lontano dalla politica, oggi mi sto ricredendo: o guardi a destra o a sinistra non mi sembra che abbiamo consegnato San Severo nelle mani migliori. Per questo l’iniziativa di questi intellettuali mi sembra meritevole e voglio esprimere loro tutta la mia stima. E mi scusino se mi spingo addirittura a dar loro un consiglio. Se nei partiti non avete molto spazio perché i professionisti della politica vi mangiano, non vi resterebbe che fare una lista civica. Ma data la situazione che dicevamo, quali le prospettive?. Io dico che se già da ora perseguite l’obbiettivo di prendere le distanze dai partiti, già da ora presentate un programma chiaro, forse riuscirete a mettere insieme abbastanza forze perlomeno per poter fare una campagna elettorale alla pari. Specialmente se puntate sui giovani e sui delusi di entrambi gli schieramenti. Resto a disposizione (tramite questo blog).

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Nonostante Liberal sia un circolo culturale e non politico, è risaputo che è di destra. E che è nato nella peggiore delle maniere perchè fondato da Adornato in fuga dalla sinistra a Forza Italia. Come vecchio liberale io mi sento tradito in tutto. Ho sempre concepito il liberalismo come la massima espressione del libero mercato. Già con l'alleanza fra liberali e l'imprenditore Berlusconi mi sono allontanato dal mio vecchio partito: può mai un imprenditore non essere protezionista? In una nazione che ha sempre messo in fuga gli investitori stranieri perchè conosciuta in tutto il mondo come protezionista! Con queste premesse a noi non serve neanche stare in Europa. Per questo prendo le distanze da Liberal, anche se conosco di fama i soci più rappresentativi del circolo e so che sono in gamba.

Anonimo ha detto...

Sono sempre Michele, l'autore del commento precedente. Voglio completare la mia proposta (non mi aspettavo che pubblicavate il commento perchè giorni fa ne ho mandato un altro ed è scomparso). Io penso che se è vero che a San Severo sta cambiando qualcosa dovrebbe venir fuori proprio da questo blog. Se è vero che siamo tutti (o in gran parte) stanchi e stufi di essere amministrati male e che nè a destra nè a sinistra vi è qualche barlume di speranza io invito tutti i sanseveresi che la pensano così a dichiararlo apertamente, a tirare fuori le idee, a contarci e a organizzarci. Dopodichè, magari, ci potremo confrontare anche con il circolo Liberal e decidere, alla pari, se fare qualcosa insieme.

Anonimo ha detto...

Vorrei completare il quadro tracciato molto efficacemente da Michele.
Tangentopoli e, se vogliamo, Forza Italia sono stati una grande stagione perché hanno mischiato le carte.
Venivamo da un quarantennio (il doppio del regime fascista) di un potere che tendeva a perpetuarsi. Sclerotizzando uomini e sistema. Con quelle premesse non potevamo entrare in Europa e non potevamo competere col mondo.
E' stata una stagione di contestazione dei partiti e di fischi ai politici (cosa molto sospetta: quelle stesse persone che l’anno prima leccavano… le mani, l’anno dopo fischiavano i politici ovunque li trovavano).
Si è arrivati addirittura, a San Severo, a vedere il partito comunista presentare un sindaco (Canelli) e un deputato (Di Capua) esterni al partito.
Come dire che chi aveva pazientemente venduto il giornale del partito per anni, perso la meglio parte del suo tempo (e della sua vita) in riunioni inconcludenti ecc… non voleva passare più subito all’incasso. Poi i partiti si sono riorganizzati, sono tornati ad amministrare vecchie volpi della politica con poche novità e il sistema è ripreso quasi come prima.
Con queste credenziali dove ci presentiamo?

Ora affrontiamo un altro discorso: da dove potrebbe venire la spinta, oggi, per rinnovare di nuovo il sistema?
Dai partiti sicuramente no, perché sono fautori di una selezione dei peggiori che ben conosciamo.
I giornali non si sbilanciano più di tanto perché altrimenti non riescono a raccogliere più tanta pubblicità e hanno paura di perdere pubblico.
Se non peggio: essendo già imbavagliati sul nascere (prova ne sono gli attuali scioperi dei giornalisti).
San Severo non ha più radio e ha una televisione che non copre tutta la città.

Per questo io dico che se ci sono voci di protesta costruttive, se c’è qualcuno che ha voglia di spendere tempo ed energia per cambiare le sorti di questa sventurata città, lo dica qui e subito. Qui, perché solo i vari siti su San Severo ci possono offrire l’occasione per parlarne; subito perché per far nascere qualcosa dal niente ci vogliono tempo e soldi.
Qualcuno che aveva molti soldi è riuscito a farlo in poco tempo. Penso che noi soldi da investire in questa impresa non ne abbiamo (almeno parlo per me). E l’invito vale innanzitutto per i politici: se c’è qualche politico che gli sta stretto il sistema (non perché non riesce a fare i fatti suoi, ma per i motivi che abbiamo detto) si faccia avanti. Denunci cosa non và.
O abbiamo paura di cambiare?

Anonimo ha detto...

Mio figlio, 14 anni, 1° liceo, giorni fa mi ha chiesto di iscriversi alla sinistra giovanile. Ho detto che non avevo niente in contrario ad una condizione: se mi spiegava la/e differenza/e fra destra e sinistra. Il giorno dopo mi ha detto che la destra è a favore degli industriali e la sinistra è a favore del popolo. Per ribattere ho detto: le industrie sono la ricchezza dei popoli, perché se in una città ci sono industrie il popolo lavora e chi lavora paga le tasse e quindi stanno tutti meglio; allora è meglio la destra.
Riporto questo episodio per dire che secondo me il grosso peccato che stiamo facendo tutti è che non facciamo più -nessuno- politica (anche a livello nazionale), ma tifiamo per la destra o la sinistra. Così facciamo il gioco di chi ci abbaglia con slogan oramai logori (fascismo = manganello, olio di ricino…; i comunisti mangiano i bambini e vogliono togliere le terre ai padroni…) per aggiudicarsi la poltrona e fare i propri interessi. A noi che ce ne importa del fascismo e del comunismo? E se vogliamo non c’importa neanche se la destra è per i padroni e la sinistra per gli operai. È un dato di fatto che le imprese danno ricchezza e benessere e abbiamo visto alcune rovinate da padroni arruffoni e truffaldini e altre da operai o sindacati irresponsabili. E ora la congiuntura mondiale ci chiama ad essere competitivi con realtà più efficienti di noi. Leggevo su questo blog di un rappresentante che è andato ad esplorare il mercato irlandese del vino con risultati pessimi. I vini italiani all’estero: c’è stato il periodo che abbiamo subito la concorrenza dei californiani, poi degli australiani e neozelandesi, poi i sudafricani, ora vanno tanto gli argentini e i cileni e le quote di mercati in alcuni paesi sono a livello di un quarto rispetto ad anni fa. È vero che si aprono nuovi mercati, però basta aprire un atlante per renderci conto facilmente che questi paesi, non foss’altro per l’estensione, ci daranno filo da torcere. Intendo: daranno a noi di San Severo filo da torcere. Perché siamo i più deboli d’Italia, non avendo fatto mai una politica di marchio e essendo così frammentati da non poter investire in advertising per invertire la tendenze. Conclusione: se non inquadriamo bene i problemi non li risolveremo mai. Apriamo (magari su sanseveroinpiazza) un dibattito, cercando di coinvolgere pure i giovani (per chiarirci le idee noi e per preparare la futura classe dirigente di San severo).

Anonimo ha detto...

Mi voglio riferire al post, dove dice che dobbiamo puntare ai giovani e ai delusi di entrambi gli schieramenti. C’è un’altra parte di elettorato penso notevole: i delusi da sempre. Quelli che non vanno più neanche a votare perché non hanno più fiducia nelle istituzioni e nei partiti. Questi tornerebbero a votare se capiscono che forse c’è la possibilità di mandare a casa chi fa solo i propri interessi a scapito della comunità? Secondo me stiamo parlando di un particolare che potremmo definire culturale: c’è tanta di quella ignoranza che c’è gente che vede i politici come persone che in nessun modo possono essere condizionati dal popolo. Bisognerebbe spiegare loro che se tutti gli uomini di buona volontà si uniscono allora forse riusciamo a far sentire il fiato sul collo ai politici disonesti.

Anonimo ha detto...

Ehi, ci sto.
Vada per la democrazia in rete!!
Che c’è di strano: internet è quello che era l’agorà per Atene del 5° secolo.
Proporrei di estendere l’invito a partecipare a tutti i siti ed i blog legati a San Severo.

Conosco parecchi internauti ed anche blogosferici e blogorroici, passerò parola.

Chissà se riesco a raffreddare un po’ le calde teste dei miei amici e a distogliere le mie amiche dalle loro interminabili chat in msn per assicurarci un futuro migliore.

Incrocio le dita!

Anonimo ha detto...

Sono uno di quelli che non vota da anni perché penso che votare è fare il loro gioco.
Coerentemente sono disposto ad impegnarmi solo se vogliamo cambiare il sistema. Se accettate questa mia impostazione del problema sarò con voi.
“Il problema non è solo ideologico ma generazionale. I palazzi del potere sono occupati da una gerontocrazia che ignora la realtà di un paese cambiato moltissimo negli ultimi 15 anni”.
Ho virgolettato queste parole perché non sono state dette da un italiano ma da un ragazzo di 30 anni, nepalese. Ritengo che in Italia la situazione se non è in questi termini peggio per noi, perché significa che mentre il mondo sta ritagliandosi il proprio ruolo nella globalizzazione, noi non ancora ne capiamo in pieno il significato.
I giovani sono i portatori delle contraddizioni della nostra società proprio come le donne lo erano negli anni settanta. Propongo di dare spazio ai giovani, per rimodernare il sistema, facendo una giunta che veda lavorare insieme vecchia e nuova generazione.

Anonimo ha detto...

Mi sembra che nella categoria del pubblico che maggiormente si può coinvolgere avete dimenticato la categoria di gran lunga più numerosa: i lamentosi. Gli inconcludenti. Tutti coloro che si sanno solo lagnare.
Se riuscissimo a far capire a costoro che ora è il momento di far vedere se oltre a lamentarsi sono capaci di fare qualcosa di buono, proposte e cose concrete, sicuramente avremmo la maggioranza dell’elettorato dalla nostra parte.