26 novembre 2006

Ce la possiamo fare?

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Altro commento ricevuto da sanseverese-fuori.

Scrivo dall’estero e vorrei dire la mia sui problemi di San Severo.
Penso di farlo con obbiettività, perché dove sto mi trovo bene e penso di non tornare più a San Severo (devo confessare che quelle poche volte che vengo ho un’angoscia…). Sarò schematico:

- mezzo vuoto: non siamo stati capaci di approfittare del treno dell’industrializzazione.
Mancava la cultura, la mentalità imprenditoriale e le infrastrutture.
Giusto qualche industria di cucine e mobili, poco agroalimentare e pochissimo altro.
Oggi che S. Severo fa vini e olio di una certa qualità non può reggere la concorrenza perché non hanno investito sui marchi, si sono presentati allo sbaraglio sui mercati, senza strategie, sprecando l’esperienza accumulata. Vogliamo aggiungere che molti con indubbie qualità se ne sono dovuti andare per sfondare?

- mezzo pieno: oggi possiamo dire che l’ambiente tecnologico offre pari opportunità a gran parte dell’umanità.
Le grosse compagnie legate ad Internet sono nate negli USA ma gli italiani smanettano coi computer come gli americani.
Io sto a New York e New York per me rappresentava il sogno proibito. Tutto quello che per me era New York oggi non è più a New York, è in Internet. In questo senso è in tutto il mondo.
In Cina o in Nepal o a S. Severo pari dignità davanti alle opportunità. Ma anche in questo contesto la differenza la fa il fattore culturale.

Il bicchiere lo puoi vedere mezzo pieno o mezzo vuoto ad una condizione: che fino a metà ci deve stare qualcosa. Ma se è proprio vuoto c’è poco da discutere.

L'agricoltura è... alla frutta?

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Riceviamo fra le proposte e non pubblichiamo volentieri ma solo per mantenere il patto con i partecipanti a questo blog (comunque non ce ne voglia l'autore se abbiamo dovuto tagliare e riassumere):

San Severo ha basato sempre la sua economia sull’agricoltura.
Io sono di famiglia di agricoltori ma faccio un altro lavoro (stipendiato). Per mia fortuna, perché il settore agricolo è in una crisi che definirei più buia della notte.
Allora voglio fare due proposte per cercare di rianimare il moribondo.

Premetto che nonostante possono sembrare due barzellette sono proposte serie e meditate e mi ritengo soddisfatto se su di esse si apre un dibattito.

1° proposta. Con la nuova legge sulla prostituzione perché non fare delle campagne sanseveresi delle case chiuse? Accenno i tanti vantaggi derivanti: l’economia agricola, togliere lo sconcio dalle strade, maggiore igiene, si pagano le tasse, si potrebbe dare un colpo alla malavita organizzata…. Mi hanno detto che in Spagna funziona anche così!

2° proposta. Perché non battersi per la legalizzazione della coltivazione della mariuana? Anche per questa proposta non voglio fare commenti, ma dirò soltanto che -so da amici- la canapa nel nostro ecoambiente viene di ottima qualità. Per gli agricoltori benpensanti: conosco gente che non fuma neanche tabacco e non fa uso di droghe e per anni ha fumato “maria”. E sta in buona salute.

Per chi ha bisogno di assistenza

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Vi scrivo dall’estero e innanzitutto voglio congratularmi per il blog.
A migliaia di Km.di distanza simili iniziative danno qualche speranza.
Sono andato via da San Severo da alcuni anni e qui faccio l’imprenditore agricolo.
Ho preso questa decisione notando che vendendo le terre che avevo a San Severo, qui riuscivo a comprarne dieci volte tanto e per lavorarle qui la manodopera costa molto meno.

La nazione dove sto è in pieno fermento e vedi cantieri dappertutto e questo mi ricorda un po’ gli anni sessanta italiani.
Poco tempo fa mi ha colpito un fatto che definirei “epocale”: una signora che io avevo mandato a fare la badante a San Severo è tornata perché la figlia le ha trovato un lavoro qui quasi allo stesso prezzo che prendeva a San Severo (togliendo le spese che aveva in Italia, nonché i viaggi periodici ecc…).

Io so che la popolazione anziana di San Severo e dell’Italia ha molto bisogno di badanti e se la tendenza va avanti non so come andrà a finire.
(ricevuto qualche giorno fa fra i commenti).

19 novembre 2006

Civiltà dell'immondizia 2

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Devo sottolineare un risultato importante che si è avuto oggi con San Severo in piazza: per la prima volta un’idea partita da Asse, quella di regalare dei lombrichi a chi si vuole impegnare ad allevarli (v. “Civiltà dell’immondizia: quale soluzione?”), è stata sviluppata da un altro sanseverese che propone come la realizzerebbe.
Questo blog è nato proprio –e solo- per realizzare idee pratiche, senza perderci in chiacchiere. Fin dall’inizio ho perseguito questo scopo: arrivare al punto in cui le iniziative sarebbero andate avanti “da sole”.
Sono d’accordo con “mi faccio vivo io” di lanciare un appello per reclutare le persone interessate all’iniziativa. Se sono timide e non si offrono spontaneamente potremo organizzare un evento o comunque impegnarci a contattare le organizzazioni più sensibili al tema.
Comunque per chi si vuole offrire volontario lasciasse i dati per contattarlo.

Continuano ad arrivare commenti sul degrado di San Severo e anche del tipo “Stavamo meglio prima…”.

Ho una certa repulsione a parlare di cose non misurabili o dimostrabili.
Io non so se stavamo meglio con la passata amministrazione o se stavano meglio i nostri genitori o se è vero che continuando così i nostri figli hanno davanti un futuro nero.
Le cose non sono proprio così nette da dividere e anche quanto si possono misurare o tradurre in numeri i nostri cari politici si incaricano di far leggere quei numeri da punti di vista opposti. Figuriamoci quando una affermazione si basa solo su impressioni.
Per di più impressioni che affondano nel passato, quindi su cose non più valutabili. Probabilmente chi critica dovrebbe essere condannato: tu critichi la polizia = condannato a fare il poliziotto per un mese; critichi i giudici -> farai il giudice per un anno.
C’è finanche chi critica il Padreterno: Signore, perché non gli fai prendere per un po’ il Tuo posto, vediamo se ci riesce lui a mettere d’accordo qualche miliardo di teste polemiche e lamentose.

12 novembre 2006

Assaggi di SanSevero:le notizie sul mercato irlandese ravvivano il dibattito

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Oggi leggo due importanti commenti: uno è dell’agente in Irlanda e l’altro di un piccolo-medio imprenditore arrabbiato.
Ringrazio entrambi, comunque voglio cominciare da una e-mail privata che mi ha mandato il rappresentante di Assaggi, da Dublino, che riassumo:
“La situazione per i vini italiani è critica.
Qui sono presenti quasi dappertutto i vini californiani, australiani, sudafricani e argentini.
I californiani spesso si trovano in offerta.
Vini italiani e francesi vengono visti come prodotti cari e confinati (forse) in negozi specializzati. Domande più approfondite rivelano che gli irlandesi non ne capiscono molto di vino”.
Direi che un simile mercato è difficile: occorrerebbero massicci investimenti in advertising per informare sui vini italiani e…affinare i gusti. O perlomeno usare le stesse armi (leggi prezzi) della concorrenza. Lo possiamo fare?

Vengo a rispondere a Francesco.
Hai ragione su tutto e chiedo scusa: ho già detto che l’Agente, proveniente da Cesena, si è dovuto fermare a San Severo pochi giorni e non abbiamo potuto vedere tutti.
Ti sento già ribattere: allora potevate cominciare dai piccoli e poi, se rimaneva tempo, andavate dai grandi. È giusto per chi si è dichiarato vostro paladino.
Eppure io penso che ugualmente noi abbiamo lavorato anche per voi.
Fa fede la e-mail che ho appena riportato: se vogliamo presentarci alla fiera dobbiamo costruirci un certo potere contrattuale.
Per penetrare in un mercato che finora si presenta ostile.
Spero ancora nella tua adesione: non ci abbandonare e non ti abbandoneremo.

Stiamo ricevendo un po’ di materiale da aziende piccole e medie, ma è in gran parte inutilizzabile. Le notizie indispensabili sono: il nome della ditta e/o del proprietario e la ragione sociale; il listino completo con i prezzi al dettaglio (se avete un depliant fatecelo sapere); se siete disposti a spedire una campionatura in Irlanda; se sareste disposti ad entrare in un eventuale consorzio.

09 novembre 2006

Finto successo di Assaggi di San Severo

Nonostante l’agente di Assaggi di San Severo abbia avuto il mandato di rappresentanza da alcune fra le maggiori aziende di San Severo io non ritengo che le cose si stiano mettendo bene. Avere il mandato per vendere non impegna più di tanto le parti in causa.

L’Azienda dice “Se ci riesce tanto meglio per noi e per lui, se non ci riesce non abbiamo perso niente”.
Quello che più colpisce è la presa di distanza di tutte le ditte dall’ipotesi di unirsi in un consorzio: tutti ci hanno consigliato di lasciar perdere perché ci sono stati tanti tentativi e non sono approdati mai a niente.
“Perdete tempo e ci volete far perdere tempo. Se vi riesce di vendere i prodotti di San Severo fate una bella società di commercializzazione e noi saremo contenti di affidarvi i nostri prodotti”.
Penso che questa strada sarebbe comunque più facile, più collaudata e con meno incognite. E risponderebbe meglio alla cultura dell’imprenditore di San Severo: se tutti si guardano in cagnesco e si vedono solo come concorrenti, è pazzesco remare controcorrente.

Ciononostante io resto dell’idea che un consorzio fra tutte le aziende di San Severo offre molto di più.
Credo che le cantine sono abituate a vedersi solo come concorrenti perché in una logica a corto raggio, cioè in mercati ristretti, bisogna fare a gara per togliere il cliente all’altro.
Ma lo stesso vale anche in un ottica di mercato globale? O se lo scenario si allarga cambiano le regole?
Io non riuscirò mai a dimostrare che se vogliamo andare a vendere in Irlanda o in Cina diventa strategico il potere contrattuale. E una cosa è uno che si presenta a nome di una azienda che fattura poche centinaia di migliaia di euro e tutt’altra è presentarsi per un consorzio che fattura milioni.

Potrei aggiungere tanti altri vantaggi, dalle economie di scala per la logistica e le promozioni, alle possibili strategie di marketing fino ad arrivare ai maggiori finanziamenti pubblici per iniziative di distretto.
Senza toccare le corde emotive -la triste situazione che vive San Severo e l’Italia e che se non ci svegliamo siamo destinati ad una rapida decadenza-.


Allora voglio concludere come è nello stile di SanSeveroinPiazza con una proposta: certo non possiamo fare i Donchisciotte della situazione e combattere contro una cultura radicata e dominante. E d’altra parte stando così le cose a noi conviene andare verso una società di commercializzazione e non verso il consorzio.
Noi per adesso continuiamo nel nostro programma, quindi stiamo per aprire il sito internet di Assaggi e il locale in Centro. E ci prendiamo un anno sabbatico di riflessione durante il quale cominciamo la collaborazione. Se si raggiungono certi obbiettivi di vendita allora riproporremo il discorso del consorzio fra un anno.

(Resta valido l’appello a tutte le ditte di San Severo a contattarci entro novembre in quanto l’agente di Assaggi sarà in Irlanda fino a fine mese).

08 novembre 2006

Grande successo dell’iniziativa Assaggi di San Severo!

Sono il curatore di Assaggi di San Severo.
Per chi non ha seguito le puntate precedenti riassumo: Assaggi è una proposta portata avanti dall’Asse (Alleanze Strategiche e Sinergie Espansive, praticamente una incubatrice di idee). Io sono stato incaricato dall’Asse di cominciare le consultazioni fra i soggetti interessati (tutte le aziende di San Severo) per realizzare il progetto.

Abbiamo individuato un mercato nel quale i prodotti di San Severo sono poco o nulla presenti e, contemporaneamente, abbia una certa ricettività per il “nostro” segmento merceologico (soprattutto vino). Fra alcune opzioni abbiamo deciso per la Repubblica d’Irlanda.

Ieri è partito l’agente di Assaggi con un mandato innanzitutto esplorativo e, in subordine, può anche vendere i prodotti delle ditte che hanno aderito (cito a memoria, quindi non si offenda nessuno per l’ordine: Cantine Teanum, l’Antica Cantina, Terre Federiciane, d’Araprì, Torretta Zamarra; potrei aggiungere Tenuta Coppadoro, ma purtroppo il contatto con alcuni dirigenti non è stato “perfezionato” dall’accordo con l’Amministratore in quanto momentaneamente assente).

Abbiamo avuto tempi molto ristretti: l’agente, proveniente da Cesena, si è fermato pochi giorni a San Severo. Non ci è stato possibile contattare neanche alcune ditte con cui già avevo parlato personalmente e si erano dette d’accordo ad aderire.
Ma nulla di perso. L’agente starà in Irlanda per tutto il mese di novembre per cui chi è interessato può contattarci tramite questo blog (e non intendo solo ditte di vini).

Appena ho tempo stilerò una relazione su tutte le problematiche venute fuori in questa prima tornata di contatti. Voglio solo anticipare che quel “grande successo dell’iniziativa Assaggi di …” è falso (l’ho scritto io, ma è solo un urlo…per attirare l’attenzione). In realtà è un finto successo e vi dirò il perché prossimamente.


05 novembre 2006

Regola di SanSeveroinPiazza

X Edison (e tutti) da Asse

Grazie per l’interessante commento.

Proprio in questi giorni stanno arrivando molte osservazioni sul degrado di San Severo, specialmente riguardo il traffico.
Vorrei ricordare a tutti che la regola generale di questo blog è: mai polemiche o lagne se non segue una proposta concreta.
Anche per dargli una ragione di esistere, perché di blog dove postare solo proteste e polemiche su San Severo ce ne sono tanti, direi troppi. Per questo noi cancelliamo sempre i tanti commenti contenenti solo lamentele.
La logica è: se tu sapresti fare di meglio dimostralo con una proposta valida.
Come potete vedere nel blog di proposte all’amministrazione comunale ce ne sono (forse sono quelle più frequenti).
Addirittura a volte partono per l’amministrazione e poi qualcuno propone di muoverci in piena indipendenza per non perdere tempo.
Vedi la proposta del sanseverese che ha un allevamento di lombrichi che vuole dare all’amministrazione se questa mette a disposizione un terreno; il commento successivo dice che è disposto ad investirci sopra, cioè se non si muovono i politici –che comunque anche quando si muovono sono tempi molto lunghi- si muovono i cittadini.
Io proporrei ai cittadini di San Severo che quando possiamo fare a meno evitiamo di coinvolgere l’amministrazione. Impariamo a fare da soli, ci conviene: rivolgersi all’amministrazione, spesso, è una maniera per non fare niente. E questo lo dico nella convinzione che se poi il politico ha un minimo di “istinto di sopravvivenza” dovrebbe essere sufficientemente intelligente da sposare le cause giuste.

Un altro concetto mi sembra importante: anche quanto il politico è “interessato” a portare avanti certi progetti per tornaconto o per accontentare amici e supporter, non può ignorare le iniziative dei cittadini.
Ad es. su questo blog c’è una (a mio parere) interessantissima proposta di fare il “parco dei quartieri”.
È chiaro che dove ci sono interessi per un milione di euro (per ora, ma sono cifre destinate a lievitare, anche perché dopo la realizzazione segue la gestione) i politici vogliono gestire in piena autonomia la cosa.
Infatti abbiamo assistito alla solita scena che ogni amministrazione ha presentato progetti diversi, ignorando e, spesso, peggiorando i progetti precedenti (con notevole spreco di denaro pubblico).
Il cittadino a questo punto sospetta che sono sempre giochi per accontentare la propria fazione.
Per il parco i giochi sono già conclusi. Quindi non avrebbe nessun senso fare proposte che si sa che non possono essere attuate.
Eppure Sanseveroinpiazza la proposta l’ha pubblicata lo stesso.
Saremo degli ingenui ma noi continuiamo a pensare che se la proposta viene supportata (fattivamente: "noi ci stiamo lavorando e abbiamo prodotto...") da una larga rappresentanza cittadina, ai politici (sempre se hanno il famoso istinto di sopravvivenza) conviene rivedere il progetto. Anche se è in avanzato stato di realizzazione (in questo caso la lentezze dei politici e della burocrazia potrebbe giocare a nostro favore).

Come dire: se chiediamo ai politici di fare il loro dovere, noi facciamo il nostro dovere di cittadini.
Cioè sempre parlando da povero ingenuo illuso: se la cittadinanza si mostra attenta, partecipe, cosciente e matura allora i politici devono rispondere con altrettante professionalità politica.
Se noi riusciamo a mandare il messaggio “noi cittadini siamo ad un grado di coscienza sociale da riuscire a privilegiare l’interesse della città rispetto al personale” i politici non possono continuare a rispondere privilegiando interessi di gruppi o di famiglie.
Ma tutto deve essere supportato da fatti e prove, non come tanti personaggi e gruppi di San Severo, sempre pronti a polemizzare e mai a fare (non sarà che le polemiche e le proteste sono direttamente proporzionali al senso di impotenza? Io, anche con l'esperienza che sto vivendo con questo blog, non mi sento impotente: se ci organizziamo noi siamo potenti e possiamo...)

(mi scuso per la lunghezza del post ma oggi non ho tempo per rivederlo)

01 novembre 2006

Sanseveroinpiazza cerca collaboratori

Visto il successo di questo blog (molte proposte, molti commenti e finanche una recensione su La Gazzetta del Mezzogiorno) vorremmo aprire nuove rubriche, per arrivare realmente all'obbiettivo che ci siamo posti, cioè conoscere e risolvere i problemi di San Severo.
A questo punto vogliamo dividere il blog in microaree.
Chiunque può proporre una sua microarea (come commento a questo post). Esempi di microaree: la scuola media Palmieri, il Liceo Scientifico, il quartiere del Rosario, la parrocchia della Libera, la comunità di Eirene, i braccianti agricoli... e chi più ne ha.
Chi la propone ne sarà anche il curatore.
Anche per le microaree resta fondamentale la regola enunciata sotto il nome del blog.