24 febbraio 2007

Riceviamo e volentieri pubblichiamo


COMUNICATO STAMPA


In data 23 febbraio si è riunita l’Assemblea degli iscritti al movimento AltraCittà di San Severo e, all’unanimità, ha eletto come Coordinatore l’Ing. Alberto Del Grosso.

E’ stato, contestualmente, eletto il Coordinamento che risulta composto dai seguenti componenti:
Armando Sanguedolce
Carmen Carafa
Chiara Sernia
Giuseppe Lemma
Michele Di Scioscio
Vincenzo Manduca

Il Coordinamento sarà affiancato da Gruppi Tematici con il compito di elaborare proposte su temi specifici.

L’organizzazione e le finalità del movimento AltraCittà sono contenuti nella Carta di Adesione (in allegato) che ogni iscritto si impegna a sottoscrivere, quindi a condividerne i principi.

L’Assemblea dà mandato al Coordinatore di avviare contatti con gli altri Movimenti, Associazioni e Centri Culturali della città non collegati in alcun modo ai partiti politici.

Il fine è quello di creare un’area comune dove i cittadini, delusi dal sistema dei partiti, possano impegnarsi e dare il proprio contributo concreto per la rinascita politica, culturale e sociale della città.

Ogni informazione aggiuntiva su AltraCittà e sulle modalità di adesione possono essere richieste inviando una email, scrivendo nome, cognome e recapito telefonico, al seguente indirizzo di posta elettronica: altracittasansevero@hotmail.it.; oppure inviando un fax al numero: 0882.243105.

02 febbraio 2007

Il cuore del problema


Riceviamo e voletieri pubblichiamo (mentre continueremo a non pubblicare i tanti commenti che non dicono niente di nuovo):



“…è successo più volte che chi si è presentato come alternativa ai poteri esistenti e ai partiti, poi ha fatto come tutti gli altri. Vedi la Lega e simili. Quindi la gente ha capito che presentarsi con un’idea nuova serve solo per cambiare un po’ le persone ma non certo per cambiare le regole e il sistema. Allora il consiglio che vi posso dare è uno solo: se volete proporvi come alternativa ai partiti dovete attaccare frontalmente, andare al cuore del problema e denunciarlo senza reticenze. E per capire qual è il problema, unico e solo, da sempre, partirò da un esempio. È recente la decisione della Regione Puglia di istituire le Aziende sanitarie locali provinciali, riducendo ulteriormente le già ridotte ASL. Grandi protesta da molte parti. A lume di naso per quello che costano i manager e per quello che rendevano, toglierne qualcuno di torno porta comunque ad un sicuro risparmio. E allora perché tutte queste grandi proteste? Basta vedere cosa ha fatto il manager della Ausl di San Severo, che potremmo sintetizzare, specialmente con le delibere dell’ultimo mese: Torremaggiore piglia tutto. Questo è il cuore del problema: ci sono degli interessi privati che orientano le scelte pubbliche. Nell’ordine ognuno pensa prima ai propri interessi, poi a quelli della sua famiglia, poi del clan e poi della fazione politica. Quindi chi conquista una fetta di potere va a rappresentare questi interessi. Se va la destra vanno avanti le famiglie di destra, gli uomini di destra, le aziende, i costruttori, gli ingegneri legati alla destra. Viceversa se va la sinistra. Sono giochini che sappiamo tutti. Fanno parte della nostra maniera di pensare, di comportarci, del nostro essere. Sono la base dei nostri valori culturali. Se ci pensate quello che sta succedendo in Iraq o in Somalia poggia sulla stessa base culturale: una lotta fra etnie diverse o fra clan diversi o fra confessioni diverse della stessa religione (sunniti contro sciiti, proprio come in Irlanda del Nord cattolici contro protestanti). Ma noi siamo più civili, abbiamo imparato le regole della democrazia e quindi anziché spararci applichiamo gli stessi principi con… civiltà. Le cose sono andate così dalla notte dei tempi. Oggi c’è di nuovo solo un piccolo particolare: che tutto questo va a diminuire la resa di un sistema. Se gran parte delle risorse si bruciano per interessi privati, a scapito della comunità o di parte di essa, questo ci rende poco o punto competitivi. Probabilmente tangentopoli nasceva anche dall’esigenza di presentarci in Europa lavando prima i panni sporchi. A che serve una moneta unica se poi nessuno viene ad investire in Italia perché tutti sanno che siamo un Paese protezionista? O voi conoscete qualcuno che viene a rischiare il suo capitale pur sapendo che le nostre leggi, che sia al governo la destra o la sinistra poco importa, sono solo a vantaggio del nostro sgangherato aparato produttivo? Chi rischia i propri soldi se per vincere gli appalti bisogna entrare in una catena di corruzione difficilmente accessibile agli stranieri. Tutti sappiamo come è andata a finire tangentopoli. Chiaramente denunciare il sistema delle tangenti e degli interessi privati non dà e non può dare risultati a breve termine, perché la cultura dominante è impregnata di certi valori. Ma voi fregatevene: non ha importanza se tutto quanto detto farà presa fra una o fra dieci generazioni. Se mai si parte mai si arriva. E non è vero che la soddisfazione arriva solo se poi con certe idee si condiziona il potere. O perlomeno non è più tanto vero: oggi con i mezzi attuali già mettere insieme tutti coloro che la pensano così e decidere di realizzare qualcosa insieme è potere. Perché i mezzi sono infiniti e solo chi li sa usare andrà avanti. Gli altri lavorano di traverso o addirittura contro la corrente.