(leggere prima: "Salviamo le piccole e medie imprese per salvare San Severo")
Attenzione: importanti novità per tutti coloro che sono interessati al consorzio "Assaggi di San Severo": dal 7 Novembre l'export area manager di Assaggi sarà nella Repubblica d'Irlanda per una serie di colloqui con imprese commerciali e con la grande distribuzione locale. Tutti gli imprenditori che sono interessati ad esportare in Irlanda ci contattino al più presto!
Abbiamo ricevuto fra i commenti questa annotazione dell'E.A.M. che volentieri pubblichiamo
Prima di partire vorrei esporre dei problemi agli imprenditori di San Severo che hanno intenzione di entrare nel consorzio.
Abbiamo scelto l'Irlanda come primo target per l'esportazione dei prodotti di San Severo perchè è un Paese che negli ultimi anni ha visto crescere molto il tenore e la qualità di vita e si è aperto ai prodotti di qualità esteri.
Tanto che attualmente la Repubblica d'Irlanda ha un reddito pro-capite superiore a quello dell'Irlanda del Nord.
Vendere i prodotti di San Severo in Irlanda non è cosa facile.
Quando si vende in un Paese straniero chi deve comprare vuole conoscere il più possibile del prodotto che gli viene proposto.
Nel caso di prodotti agroalimentari teoricamente basterebbe assaggiare.
In pratica l'assaggio è del tutto inutile perchè chi acquista non ha idea dei gusti del consumatore finale.
Eppoi l'agroalimentare -e specialmente il vino- è come un quadro: non solo può piacere o non piacere, ma se un grande critico ha detto che è bello, allora quel quadro è bello.
In tal senso il compratore più che comprare un prodotto compra un concetto, un'idea, la fama che ha quel prodotto.
In termini pratici se si presenta in Irlanda un rappresentante del consorzio francese per lo champagne è chiaro che mette in campo un potere contrattuale dato da successi mondiali e fama costruita nei secoli.
La situazione di San Severo -inteso come prodotto da esportare- non è paragonabile neanche lontanamente a distretti più conosciuti.
Addirittura mi potrei spingere a dire che se gli irlandesi hanno qualche conoscenza di San Severo e dei suoi prodotti probabilmente non è positivo.
Quindi all'estero si incontrano due poteri contrattuali "virtuali" e "vince" chi ne ha di più.
Non chi sa barare meglio: oggi informarsi è facile, basta fare una ricerca in Internet e, se la sai fare, ti fai un'idea attendibile di cosa rappresenta il tuo interlocutore.
Allora conterà molto anche un certo sostegno che mi darete voi da San Severo: se arrivo alle contrattazioni con un pacchetto di proposte ampio e soddisfacente ho più probabilità di spuntare buoni contratti.
Presentarmi a nome di un Consorzio che rappresenta i prodotti di San Severo dà una certa idea di compattezza e quindi di forza: può essere un buon inizio per una strategia premiante nel tempo.
Non voglio dire che dovremmo affrettarci a recuperare secoli di arretratezza, ma solo di intraprendere una strada con decisione e sapendo dove si vuole arrivare (obbiettivi chiari per strategie giuste).
D'altra parte qualche punto di forza il vino di San Severo (il prodotto più caratteristico e quindi trainante) ce l'ha, come un buon rapporto qualità-prezzo. E gli Irlandesi, al pari degli Scozzesi, a questo particolare tengono molto.